Prima di arrivare alla ricetta più autunnale di sempre e cioè queste crostatine con confettura di fichi e limone, devo raccontarti una storia. La storia di un Fico.
Agosto è stato un mese di contrasti per me:
tra il dovere e il desiderio, tra la frenesia e la calma forzata.
Un viaggio inatteso in Puglia mi ha permesso di fermarmi davvero, di riflettere e di ascoltare la voce di una terra dura ma generosa.
In quei giorni ,ho scoperto un luogo che rispecchiava la mia voglia di ritrovare il ritmo naturale della vita, dove ogni elemento – dal sole cocente alla terra arida – raccontava una storia di resilienza e forza silenziosa.
Ho soggiornato in un trullo: le antiche abitazioni dei contadini dalla struttura autoportante, ora mèta desiderata per una fuga d’eccellenza della media borghesia o per turisti in cerca di “experience”.
Mi ha permesso di immergermi in un mondo che, pur essendo semplice, racchiude in sé un fascino senza tempo.
Qui, ospite di una coppia di zii, ho toccato con mano una natura ruvida, arsa dal sole e modellata dal vento leggero ma costante. Un paesaggio secco, lontano da quello a cui sono abituata, che lotta con risorse scarse, tanto lavoro a mani nude e dove ogni risorsa è preziosa. L’acqua sopra ogni cosa.
In cucina ho trovato piatti semplici, senza fronzoli o tecniche avanzate.
Sono stata accolta da una ciotola di “maritati” (un mix di pasta fatto di orecchiette e maccheroncini) condite da un corposo sugo di pomodoro e abbondante cacio ricotta grattugiato; ho sciolto le mie ansie lavorative con i biscotti cegliesi fatti con pasta di mandorle e confettura di ciliegie, mi sono scordata delle mie origini assaporando nodini di mozzarella accompagnati da un olio divino e gustando micro-bombette pugliesi come fossero popcorn.
Il saluto è stato suggellato da un pasticciotto al cioccolato che valeva come 3 pasti di una giornata messi insieme.
Insomma: la sensazione di fame è tornata dopo 3 giorni dal rientro.
Ho capito di aver trovato un nuovo habitat, una sintonia alimentare che mi ha fatto sentire in armonia con il luogo.
Questo è stato confermato anche dal mercato cittadino di Ceglie Messapica, un luogo d’incontro lento e vissuto come tale, dove trovare materie prime di alta qualità ad un prezzo esiguo e quasi scandaloso, considerati gli standard di potere d’acquisto ai quali siamo abituati (o forzati).
E come ogni viaggio, mi piace conoscere il posto attraverso la natura del luogo:
molto spesso parla della gente che vive lì, del modo in cui vive e delle necessità che ha.
Scopro che tutte le piante che abitano il contesto dei trulli, come il mandorlo, l’ulivo, il noce, sono considerate “piante resistenti” proprio perché vivono con poca acqua e sono resilienti, tenaci, continuano a produrre frutti nonostante le condizioni climatiche.
Ho eletto anche il mio capoclassifica per il fascino millenario che porta con sè e l’imprevedibilità dei suoi frutti: il fico.
Il fico è molto più di una semplice pianta. È un maestro di resilienza, capace di prosperare nonostante il terreno arido e il sole cocente. Questo albero affronta le difficoltà con una forza silenziosa, trasformandole in frutti succosi e dolci.
Mi sono messa a raccogliere i suoi frutti che si staccano ruotando a destra e a sinistra e rilasciano un latte bianco ed appiccicoso che potrebbe essere paragonato ad una colla industriale.
In quel momento di raccolto, questi frutti affascinanti sono stati di monito nel ricordarmi che anche noi possiamo trovare il modo di essere fecondi, dolci e freschi nonostante le condizioni in cui la vita ci porta a vivere.
Ogni morso di un fico maturo mi insegna che la bellezza e la dolcezza possono emergere dalle situazioni più complesse, che la nostra forza non è solo nella resistenza, ma nella capacità di trasformare i vincoli in qualcosa di sorprendente, ricco di sapore e significato.
Camminando tra i trulli, in un paesaggio che sembra sospeso nel tempo, mi rendo conto che il fico non è solo un simbolo di questa terra, ma una lezione da portare a casa: resistere, adattarsi e continuare a donare frutti generosi.
E così, di ritorno a casa, ho trasformato quei frutti in una confettura dolce, arricchita da una nota agrumata di limoni. Con questa confettura, ho preparato delle crostatine, per ricordare, in ogni morso, il sapore di giorni indimenticabili.
Crostatine alla confettura di fichi e scorza di limone
INGREDIENTI
200 g di farina 00
100 g di burro freddo di frigo
100 g di zucchero a velo
1 uovo
1 pizzico di sale
Scorza di 3 limoni con buccia edibile
2 kg di fichi freschi
150 g di zucchero
succo di limone
PROCEDIMENTO
Prepara la confettura di fichi
_Lavare bene i fichi freschi. Se la buccia è verde e sottile, possono essere utilizzati direttamente senza essere sbucciati.
_Tagliarli a pezzettoni, aggiungere 150 g di zucchero, il succo di 2 limoni già privati della buccia.
_Cuocere per 30-40 minuti, spegnere il fuoco e aggiungere la scorza grattugiata dei limoni.
Versare all’interno di vasetti sterilizzati, chiudere con il tappo e capovolgere subito fino a creare un sottovuoto.
_Lasciare raffreddare completamente.
Prepara la pasta frolla
In una ciotola, versare la farina e il burro a cubetti freddo di frigo.
_Sfregolare con le mani i due ingredienti fino ad ottenere un composto sabbioso.
_Aggiungere tutti gli altri ingredienti e mescolare leggermente con un cucchiaio.
_Versare poi in una spianatoia infarinata e amalgamare l’impasto velocemente con le mani. _Coprire con una pellicola a contatto e conservare in frigo per 6 ore, meglio per tutta una notte.
_Stendere l’impasto con un mattarello avendo cura di infarinare il piano di lavoro e il mattarello stesso.
_Lavorare velocemente l’impasto per non scaldarlo troppo. Il freddo infatti è il migliore amico della pasta frolla. Riporla quindi in frigo per 15 minuti qualora l’impasto si ammorbidisca eccessivamente.
_Nel frattempo, accendere il forno a 180° in modalità statico.
_Con un coppapasta di diametro 12 cm creare dei dischi da appoggiare sopra agli stampi per crostatine e riempire con la confettura di fichi e limone.
_Con la pasta frolla avanzata, creare delle strisce di decorazione per le crostatine.
_Cuocere le crostatine per 20 minuti fino a superficiale doratura.
Vuoi provare altre crostate?
Eccone alcune del mio blog.
Il grande classico alla Nutella
Oppure una versione senza lattosio con una frolla a base di olio di cocco.