A volte le occasioni della vita ti portano per le mani una delle eccellenze del tue territorio che scopri, con curiosità, avere una storia fantastica. Parlo del Provolone Valdapadana DOP.
Con AIFB, associazione italiana food blogger, ho partecipato ad un Webinar promosso dal Consorzio Tutela Provolone Valpadana con degustazione di questo formaggio a pasta filata prodotto nell’alta Italia.
Il Consorzio ha promosso il progetto “Choose your taste, sweet or spicy, only from Europe” e gode del co-finanziamento dalla Commissione Europea nell’ambito del Regolamento (UE) 1144/2014 con l’obiettivo di migliorare il grado di riconoscimento dei prodotti a marchio europeo di qualità e aumentarne la competitività e il consumo.
Come potevo tirarmi indietro di fronte a questa opportunità di raccontare le DOP del nostro territorio? E infatti eccomi qui.
Prima di andare a scoprire la ricetta che riporto dal libro “Il mondo dentro un assaggio – I valori del Provolone Valpadana DOP”, edito da SAGEP, racconto due cose che mi hanno affascinato parecchio:
- la tecnica della pasta filata deriva dal Sud Italia e si è sviluppata durante l’impero Bizantino grazie all’esportazione, dovuta alle attività commerciali tra i paesi del bacino mediterraneo, di formaggi prodotti nelle diverse città bagnate dei mari: il “Kaskaval” in Turchia è un esempio che ben ci ricorda il nostro Caciocavallo italiano.
- grazie alle immigrazioni continue all’interno del paese si continua una commistione e una contaminazione gastronomica che stratifica nel tempo prodotti e li fa evolvere in base al territorio nei quali approdano.
- il territorio di produzione di questo Provolone è costituito da un’area che ingloba parte della Lombardia, del Veneto, la provincia di Piacenza e una parte della provincia di Trento.
Dobbiamo alla famiglia Margiotta di Muro Lucano la genesi della produzione di questo formaggio, un caciocavallo, di fatto, verso la fine del 1800, anni nei quali si trasferiscono nel basso Bresciano.
Mi ha sempre affascinato la storia del cibo: dai pomodori che arrivano dall’America e usati come pianta ornamentale ai formaggi speciali che diventano simbolo di una terra in trasformazione e che sa contaminarsi con tecniche ed esperienza.
La forza del cibo è anche questa: la sua capacità di unire non sono nella tavola ma anche nelle maestranze secolari che sono depositarie di cultura, saper fare e saper mangiare bene (soprattutto!).
Siccome sono una tipa che ama conoscere le materie prime “in purezza” ho scelto una ricetta del libro che mi è stato regalato che presenta il Provolone Valpadana DOP PICCANTE accompagnato dal sempreverde abbinamento millenario: le pere e il miele. Le noci danno una nota croccante e la rucola con la sua nota leggermente amara ben esalta la leggera piccantezza del formaggio. Un piatto perfettamente equilibrato.
Prima di affondare le fauci su questa “insalata di rinforzo”, segnalo il marchio che contraddistingue questo formaggio in modo da poterlo riconoscere e sapere “di che pasta è fatto”.
INGREDIENTI
- 300 g di rucola
- 3 pere Williams
- 200 g di Provolone Valpadana DOP Piccante
- 12 gherigli di noce
- olio extra vergine di oliva
- sale, pepe, miele q.b.
PROCEDIMENTO
- Lavare la rucola e asciugarla accuratamente.
- Sbucciare le pere tagliarle a metà privarle del torsolo e ricavarne dei piccoli dadini o degli spicchi.
- Disporre un letto di rucola nei piatti individuali, aggiungere la pera, le noci spezzettate grossolanamente, le scaglie di Provolone Valpadana DOP piccante ridotto in scaglie.
- Raccogliere quattro cucchiai d’olio d’oliva extravergine in un bicchiere, unire due pizzichi di sale, una generosa grattata di pepe e un cucchiaio di miele. Emulsionare bene con i rebbi di una forchetta o una piccola frusta e condire le insalate.
- Aggiungere a filo eventuale altro miele.
Cercare ed esaltare i prodotti del nostro territorio è compito anche di noi consumatori e sostenere i produttori locali rafforza ulteriormente la nostra storia e il nostro palato.
Enjoy!