Primavera del Prosecco e blog tour nell’Alta Marca Trevigiana

DA PROVARE!

Primo giorno di Primavera. La mia stagione preferita insieme all’Autunno.

E non sarà un caso che proprio in autunno del 2021 ho preso parte ad un blog tour tra le colline del Prosecco, nella cosidetta “Alta Marca Trevigiana”, organizzato da Gal Altamarca e Prosecco Hills con l’obiettivo di promuovere le bellezze di questo angolo di mondo che moolto ha da offrire a noi comuni mortali.

Questo tour all’insegna di paesaggi che rigenerano l’animo e degustazioni di vini e prodotti locali che scaldano cuore e pancia, inaugurava anche l’iniziativa della Primavera del Prosecco, le cui colline sono diventate Patrimonio dell’UNESCO. 

Ed eccomi qui, nella primavera del 2023, a raccontarvi di quell’esperienza che si è sedimentata e che ora, con maggior maturazione e consapevolezza, sono qui a raccontare.

Personalmente per me è stato un viaggio alle mie radici: mio padre infatti era di Valdobbiadene e, purtroppo, non sono mai riuscita a farmelo raccontare bene.

Spero con questo estratto di portarti con me in alcuni luoghi da perdere la testa, scoprendo le meraviglie di questo territorio.

1) ASTEGO > Giardino Vegetazionale di Astego

Siamo partite da qui: una meravigliosa ricostruzione degli ambienti vegetali del massiccio del Grappa e dei colli circostanti suddivisi in 16 gradoni, ognuno dei quali rappresenta una latitudine specifica, con le sue specie vegetali. 

Siamo state accompagnate da Claudio, un custode a tutto tondo (nonchè architetto paesaggista) di questa struttura incantevole. Ci ha guidate con passione ed esperienza: una delle rarità più grandi di questo secolo.

Giardino vegetazionale di AstegoGiardino vegetazionale di Astego

Prevedono anche laboratorio (c’è anche un percorso sensoriale) e visite per scuole, famiglie e associazioni ma nulla esclude una bella scampagnata all’aria aperta con relativo pic nic nelle aree attrezzate.

Giardino vegetazionale di Astego
Io dentro un tiglio secolare

Giardino vegetazionale di Astego Giardino vegetazionale di Astego

Se ti puo essere utile, ti riporto gli orari di apertura.
Con un biglietto veramente simbolico, si può godere di un paio d’ore di verde a pieni polmoni e tornando a casa con una conoscenza impressionante del territorio.

Orario apertura al pubblico
Sabato (da luglio ad agosto): 10.00-18.00 orario continuato
Domenica (da maggio ad ottobre): 10.00-18-00 orario continuato
Dal lunedì al giovedì: 8.00-12.00 e 13.00-17.00
Venerdì: 8.00-12.00 e 13.00-16.00

2) POSSAGNO > Casa di Canova, Museo Gypsotheca e Tempio Canoviano

Qui avrei potuto bruciare la macchina fotografica da quanta bellezza si è impressa nei miei occhi. Io adoro il neoclassicismo canoviano: sarà che ho studiato al liceo classico di Treviso intitolato proprio al buon Antonio.

Buono sul serio perchè, come abbiamo scoperto grazie ad una bravissima e preparatissima guida (anche qui, bene molto raro), Canova viveva profondamente uno dei valori più elevati per i grandi della storia: la restituzione. Un grande mecenate che aveva a cuore la cultura e l’esperienza del Bello da rendere alla portata di tutti, soprattutto dei suoi compaesani.

Ci siamo quindi intrufolate nella casa natale di Canova e poi nel Museo Gypsoteca: un viaggio meraviglioso che ti riporto qui in una galleria fotografica.

Questi preziosi luoghi di arte celestiale sono frutto di una raccolta di gessi (da qui Gypsotheca) voluti dal fratello di Canova a seguito della sua morte.
Un modo decisamente profetico per riportare la bellezza e incastonarla in questo percorso.

Gypsotheca Museo Canova
via Canova 74 – Possagno TV
Chiuso lun. Martedì – domenica: 9.30 – 18
Per ulteriori info: museocanova.it

Per quanto riguarda il Tempio Canoviano, si tratta di un edificio neoclassico, progettato nel 1819 proprio da Canova, che lo volle come sua ultima opera prima della sua morte.

Allinterno del tempio si trovano numerose sculture di Canova, inclusi alcuni dei suoi capolavori più famosi. Ledificio è stato progettato come un tempio grecoromano, con unentrata sulla facciata anteriore ed una cupola con otto colonne nella parte posteriore.

Tempio canoviano Tempio canoviano
Il
Tempio Canoviano è stato dichiarato Patrimonio dellUmanità dallUNESCO nel 1994.

3) CHIESA DI CASTELCIES A CAVASO DEL TOMBA

La Chiesa di Castelcies a Cavaso del Tomba è un edificio religioso di grande interesse storico-artistico (per quanto la sua dimensione non desti particolare stupore o approfondito interesse). 

E’ una chiesetta in stile romanico-gotico minuscola con un campanile, costruito nel 1739. La chiesa di Castelcies è stata anche testimone di diversi eventi storici, come la rivolta del popolo di Cavaso del Tomba del 1848 contro il governo austriaco.

Il movimento rivendicava una maggiore autonomia amministrativa e una riduzione delle tasse, ma era anche fortemente legato al sentimento nazionalista che cresceva in tutta lItalia. La rivolta è iniziata con una manifestazione in cui i manifestanti hanno marciato fino alla sede del governo locale, ma la polizia li ha respinti e la rivolta fu repressa con durezza e il controllo da parte del governo austriato ripristinato.

Chiesa di Castelcies a Cavaso del Tomba

Chiesa di Castelcies a Cavaso del Tomba Chiesa di Castelcies a Cavaso del Tomba Chiesa di Castelcies a Cavaso del Tomba

4) VALDOBBIADENE > Confraternita del Prosecco / Cantina Bernardi / Perenzin

Nel secondo giorno di blog tour abbiamo incontrato un affascinante cantastorie di queste terre: Miro che ci ha accompagnato con passione, racconti e ha mosso un carico emotivo che non mi sarei mai aspettata.

Ci ha accolto, anzi, direi “raccolto”, presso i sassi di Zoe: sono una sorta di sculture realizzate da un ex muratore utilizzando i sassi del Piave che si trovano a San Pietro di Barbozza.

Sassi di ZoeSassi di Zoe

L’origine del nome “Prosecco” e del vincolo europeo.

Ci ha raccontato l’esplosione del fenonemo del Prosecco: dagli anni ’80 ai ’90 Valdobbiadene perde un indotto di manifattura legata alla Sisil la più grande azienda europea di calze ed intimo (poi diventata Calzedonia).

Tutto si riconverte in campagna, cantine, strutture turistico-recettive legate al territorio in perfetta concomitanza con la crescita della coltivazione del Glera, il vitigno.

Quando il Prosecco ha iniziato a diventare un fenomeno “di massa” si è posto il problema della tutela per evitare il proliferare di concorrenti. Quindi si è imposto il vincolo europeo di legare il prodotto al nome di un territorio (perchè in realtà si produce Prosecco anche in Cina, in Australia c’è addirittura la Prosecco Road, in Sudafrica, etc).

Cosa ci si inventa allora? Si sceglie il nome di un paesino vicino Trieste, appunto “Prosecco”, dove in realtà non c’è nemmeno una vite dato il territorio impervio.
Vicino a Trieste, a Contovello precisamente, però, esistono dei terrazzamenti, dove viene provato in maniera scientifica l’origine territoriale del vitigno “GLERA“.

In questo modo, hanno esteso il vincolo di coltivazione del Prosecco in tutto il Friuli, in tutto il Veneto (tranne Verona e Rovigo). Per un totale di 9 province.

Ecco “spiegata facile” la suddivisione delle aree protette dal marchio di tutela:

D.O.C > Friuli Venezia Giulia + 5 province del Veneto (tutte tranne Verona e Rovigo)
con 500.000.000 di bottiglie prodotte.
D.O.C.G. > il territorio di Valdobbiadene e Conegliano (15 comuni) 95.000.000 di bottiglie
All’interno di questo territorio, c’è questa area di 105 ettari c’è il Cartizze, dove viene prodotto un Prosecco superiore D.O.C.G. di qualità.
Infine c’è anche l’area produttrice di Asolo-Montello.

La confraternita del Prosecco.

Qui incontriamo Daniele Buso, ci ha accompagnati alla Confraternità del Prosecco.

Nasce grazie alla volontà di 4 famiglie fondatrici: i Varaschin, i Bortolomiol, Geronazzo, Bortolotti. Ci si rese conto subito della potenzialità di questo fazzoletto di terra straordinario caratterizzato da temperature di coltivazioni uniche grazie all’azione del vento del mare proveniente da Venezia e il Monte Cesen che aiuta a mitigare le escursioni termiche.

Viene quindi fondata nel 1946, nell’immediato dopoguerra con lo scopo di evitare l’abbandono dei vigneti da parte dei viticoltori e di sostenere gli agricoltori con tangibili sostegni materiali e morali, la Confraternita ha come propria mission lo sviluppo e la promozione del Valdobbiadene D.O.C.G. adottando una serie di regole: una sorta di primordiale disciplinare.

In particolare, i vignaioli dovevano occuparsi delle loro vigne in modo responsabile, praticando tecniche di viticoltura sostenibili e utilizzando solo uve di qualità. Introdussero anche un sistema di etichettatura che identifica il produttore del vino.

Questo sistema di etichettatura è ancora in uso e contribuisce a garantire che i consumatori possano sempre acquistare vini di qualità.

Contraternità del ProseccoContraternità del Prosecco Contraternità del Prosecco Contraternità del Prosecco Contraternità del Prosecco Contraternità del Prosecco

Piccola curiosità: del Glera non viene buttato via nulla.
Dei vinaccioli vengono prodotti oli mentre delle vinacce vengono prodotte le grappe!

E dopo molta cultura e scoperta di tradizioni e aneddoti intriganti sul territorio delle colline del prosecco, è ora di bere e mangiare. Avanti tutta con i prossimi posti del cuore!

Cantina Bernardi

La parte degustazione è cominciata alla Cantina Bernardi dove abbiamo conosciuto le tecniche di produzione dei loro vini.

E’ una cantina fondata nel 1960 dal Sig. Mansueto Bernardi ed è specializzata in tutte le fasi del processo di trasformazione: dalla vendemmia all’imbottigliamento.
Alla conduzione della cantina ora c’è la terza generazione dei Bernardi che continuano questa tradizione aggiungendo ed evolvendo secondo le tecnologie moderne.

Cantina Bernardi

Oltre alle spiegazioni tecniche che ci sono state ben fornite e raccontate, abbiamo potuto godere di un panorama favoloso nella terrazza adibita alle degustazioni per gli ospiti.
Un affaccio spettacolare sulle colline dei vigneti.

Cantina BernardiCantine Bernardi

Cantine Bernardi Cantine Bernardi

Per me è sempre un onore entrare in contatto con la storia delle aziende e chi ora compie i passi per consolidare e costruire il futuro.
Quanta creatività e dedizione si può scoprire e attingere!

Perenzin, latteria dal 1868

“Xe riva quel del formajo” direi io in questo momento.
Il nostro percorso all’insegna del gusto e dei sapori sapientemente studiati ci fa approdare da Perenzin.  Ho ancora i brividi pensando alla bontà dei loro prodotti e alla coesione ed armonia che esprimono come famiglia di produttori (dal 1898!).

Perenzin latteria Perenzin latteria

Ci ha accolti Erika che ci ha accompagnato in un tour della latteria tra oggetti d’altri tempi (ahh quegli stampi per il burro e lo strumento di centrifuga manuale!) e tecniche avanzate di caseificazione.

Perenzin latteria

Da abili caseari sono diventati anche abili imprenditori e comunicatori: oltre alla vendita dei loro formaggi di altissima qualità (capra e biologico sono i loro cavalli di battaglia) la bottega prevede una selezione di prodotti enogastronomici di tutto il territorio italiano.
Praticamente il paradiso del buon Gourmand che si definisce tale!

Adiacente alla bottega c’è il Cheese Bar dove si possono consumare colazioni, merende e sfamarsi più che dignitosamente gustando i loro prodotti.

Perenzin latteria Perenzin latteria

Specialisti nella gestione del latte di capra, questa latteria storica ha affinato una gamma di prodotti di eccellenza: dai freschi agli ubriacati passando per errori che creano una magia.

Come il Millefoglie al Marzemino: un formaggio nato per errore perchè la sfogliatura (strati d’aria dovuti alla proliferazione dei batteri) di un formaggio viene ritenuto un errore tecnico. A meno che non si immerga il tutto in un vino come il Marzemino Passito o Tartufo nero di Acqualagna e si crei un formaggio volontariamente sbagliato ma dal gusto intenso e strepitoso!

Inciso: i grandi prodotti della pasticceria sono frutti di errori tecnici o scivolose cadute di panna dentro il cioccolato (così naque la ganache come la conosciamo ora!).

latteria perenzin

Ma veniamo alla degustazione. Questi i formaggi che ci hanno proposto:

  • Piccolo fiore di bufala (crosta fiorita, latte di bufala e io già stecchita)
  • Feletto a latte crudo (burroso, leggermente pungente, fonde bene, ottimo per paste ripiene)
  • Bufala Glera (100% latte di bufala, stagionatura 10 mesi)
  • Millefoglie al Marzemino (vedere sopra)
  • Capra al Timo e Olio Evo bio

Latteria Perenzin Latteria Perenzin

E abbiamo chiuso con un ottimo tiramisù (buon mascarpone docet).
Aggiungo altri preferiti che ho acquistato in diverse occasioni:
– Fava Tonka e Vermouth (formaggi plurivincitori di svariati premi), atomico
– San Pietro in Cera d’api BIO (da mangiare con cura perchè lo finite subito)
– Capra Fieno Bio

Secondo me, Perenzin ha colto molto bene l’evoluzione tecnica e di marketing legata alla tradizione casearia.

Da ritornarci a stomaco vuoto e una cesta da riempire prima di uscire dalla Bottega.
Oltre ai prodotti eccellenti, si possono prenotare o regalare le esperienze di degustazione e visita alla latteria. Vale il viaggio, fidatevi!

PERENZIN LATTERIA SRL
Via Cervano, 85 31020 S. Pietro di Feletto (TV)
T/F +39 0438 21355

Si è quindi concluso così il nostro tour.
Un’esperienza indimenticabile che mi ha riportato alle mie radici e alle ricchezze di questo territorio così fiorente di genio, passione e tante cose deliziose da assaporare per elevare lo spirito e il corpo!

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